Troppi luoghi comuni sui milanesi
Una Milano educata, rigorosa, dove nessuno parcheggia mai in seconda fila; una città in cui tutti portano (anche i ciclisti) disciplinatamente il casco, i semafori rossi vengono rispettati e la nebbia, che stronzata, c’è anche in pieno agosto. Una metropoli dove, se uno passa in bicicletta accanto a due tipi che si salutano abbracciandosi per strada, calorosamente, urla “uè terun“.
Inoltre, il milanese di cui sopra, scoprirà che a Milano si pranza abitualmente con la cassouela, il sushi o il risottino e declina tutto in “ino” – ad esempio cinemino, spumantino, caffettino – ma, chissà perchè, il cappuccino invece diventa cappuccio, mentre gli amici si chiamano con l’articolo davanti (esempio: la Carla, l’Alberto, il Fabrizio e via dicendo). Tutti luoghi comuni, che hanno un pò stufato a dir la verità, anche se nel film sono esagerati di proposito e ormai non hanno più senso.
La mitica ‘Milano da bere’?
Molti pensano che il milanese sia un individuo concreto, materialista, che pensa solo ai soldi e al lavoro, e scappa via dalla città tutti i weekend. Quella, però, era la “Milano da bere“, morta e sepolta a causa della crisi che non è certo una prerogativa del sud.
Resta però la capitale della cultura, dove sopravvivono ancora i cinema d’essai, a ogni mostra le code sono chilometriche, e i teatri sono sempre pieni. Ma è ricca anche di storia, oltre al solito Duomo e il Castello Sforzesco infatti c’è tanto, ma proprio tanto altro da vedere.
E che dire della convinzione, dura da sradicare, del famoso “cambiamento?” Molti infatti credono che prima di venire a Milano si è tutti generosi, affabili, simpatici, buoni, belli e affettuosi; una volta arrivati in città, però, ecco che avviene la misteriosa memorfosi. Nell’aria, infatti, non c’è solo smog ma anche delle particelle malefiche che si infiltrano nell’organismo e ti fanno diventare gradualmente una cattiva, indegna, crudele, egoista persona, solo perchè vivi a Milano; ed è per sempre.
Basta vederla con altri occhi
Inoltre, anche se non sono certo le più affettuose del paese, ci sono “persone e persone“, così come in ogni altro luogo del mondo. Solo perché i milanesi non danno subito confidenza a chiunque, non significa che non sono pronti ad accorrere se un amico è in difficoltà, o a dare conforto a chi ne ha bisogno; al massimo, si può ammettere che ci tengono troppo a ciò che pensano gli altri di loro.
La fredda, grigia e solitaria Milano, insomma, è ricca. Basta vederla con altri occhi. Talmente ricca che ha sempre accolto (e continua a farlo) chiunque glielo abbia chiesto.