Nati nel 57: un lungo viaggio attraverso i ricordi

Nati nel 57: un lungo viaggio attraverso i ricordi

Facendo un viaggio mentale a ritroso nel tempo, a volte nascono delle curiose considerazioni. In questo caso si tratta di un tuffo nei ricordi personali dei nati nel 57, ma anche nel web alla ricerca di informazioni per arricchirli e documentarli. Dunque, cominciamo da qui: quando sono nata (il 25 Agosto 1957) l’Italia era governata da queste persone, ma cito anche la regina Elisabetta che merita di essere menzionata (anche se non c’entra) per la sua longevità😘

Il governo, nel 1957

  • Il Presidente della Repubblica è Giovanni Gronchi
  • Il Presidente del Senato è Cesare Merzagora
  • Il Presidente della Camera è Giovanni Leone
  • Il Presidente del Consiglio è Adone Zoli
  • l Ministro delle Finanze è Giulio Andreotti.
  • Il Ministro della Pubblica Istruzione è Aldo Moro
  • Il Governatore della Banca d’Italia è Donato Menichella
  • Il Presidente della Fiat è Vittorio Valletta
  • Il Segretario Politico della Democrazia Cristiana è Amintore Fanfani
  • Il Segretario Nazionale del Partito Comunista Italiano (PCI) è Palmiro Togliatti
  • Il Papa è Pio XII
  • Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Dwight David Eisenhower
  • Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Mao Tse-Tung
  • La Regina del Regno Unito è Elisabetta II (fino a qualche mese fa)😘)

La pubblicità di quegli anni, piccoli capolavori per i nati nel 57

Quando ero una bambina, tra il 1960 e il 1968, non si poteva fare zapping in TV tra centinaia di canali perché il telecomando sarebbe arrivato circa vent’anni dopo. Tuttavia, quando arrivava la pubblicità nessuno si lamentava o ne approfittava per andare in bagno, anzi; al contrario tutta la famiglia non vedeva l’ora di godersi il piccolo teatrino (Carosello) di personaggi reali e immaginari, alcuni rimasti nella storia della TV, associati a prodotti commerciali.

Chi è nato come me nel 1957, non può non ricordarlo con un sorriso: ogni scenetta, ovviamente in bianco e nero, durava al massimo 2 minuti e 15 secondi, dei quali solo gli ultimi 35 erano dedicati alla vera e propria reclame del prodotto.

Nati nel 57: un lungo viaggio attraverso i ricordi
Nati nel 57: un lungo viaggio attraverso i ricordi

Il nome venne suggerito da Marcello Severati, ispirato dal recente film musicale di grande successo “Carosello napoletano“; di derivazione partenopea anche il teatrino, disegnato su un bozzetto di Gianni Polidori. Autore della sigla Luciano Emmer, seguita da un rullo di tamburi e da una tipica tarantella.

L’esordio, fissato inizialmente per l’inizio dell’anno, avvenne sul primo canale RAI, alle 20.50 di domenica 3 febbraio: “Shell“, “l’Oreal”, “Singer” e “Cynar” furono i primi marchi pubblicizzati, ognuno preceduto da una gustosa scenetta recitata dai più noti attori e personaggi dello spettacolo.

Gli spot in TV? Tutta un’altra storia

E fu così che lo spot, in maniera tutt’altro che aggressiva, entrava nelle case di migliaia di italiani (gli abbonati in quel momento ammontavano a poco meno di 700 mila); gli adulti seguivano soprattutto gli sketch delle star del cinema e della TV come Totò, Macario, Vittorio Gassman, Mina e Nino Manfredi.

Nelle simpatie dei piccoli entrarono le storielle di figure immaginarie come Angelino, Carmencita e soprattutto il pulcino Calimero, una sorta di antesignani dei cartoni animati. Un piccolo show di centotrentacinque secondi, curato da grandissime firme della regia del calibro di Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi e Sergio Leone.

Oltre alle numerose innovazioni nel linguaggio televisivo, la trasmissione scandiva la quotidianità delle famiglie imponendosi come fenomeno sociale: lo dimostra il fatto che ogni volta i bambini si sentivano ripetere dai loro genitori il monito “a letto dopo Carosello!”. Meriti che facevano passare in secondo piano l’aspetto commerciale, a dispetto delle critiche che lo dipingevano come un programma diseducativo.

Dopo aver dato colore alle serate degli italiani per vent’anni, Carosello andò in pensione il 1° gennaio 1977, con il saluto di addio affidato a Raffaella Carrà. Nel 2013 la RAI ne ha lanciato una versione “Reloaded“, con una seconda edizione che sarà trasmessa fino a febbraio 2014.

Tutte le notizie sui governanti dell’epoca e su carosello sono reperite dal web“.

I bambini degli anni ’60

Noi nati nel 1957, bambini tra il 60 e il 65, adolescenti tra il 1970 e il 1976, a scuola andavamo senza il cellulare, (o il coltello in tasca). Nelle discoteche non si sniffava la coca ma si beveva, le pasticche si prendevano per il mal di pancia, il mal di testa e roba del genere, non per la noia; e tra noi si pomiciava soltanto, non si faceva sesso di gruppo a 15 anni, non ci si vendeva per una ricarica o per comprarsi un paio di jeans firmati.

Se gli insegnanti ci sgridavano per la cattiva “condotta” (una regola ferrea), una volta a casa ci davano pure il resto, e noi imparavamo la lezione; oggi, se gli insegnanti sgridano i bambini, sono LORO ad avere una lezione dai genitori, scandalizzati per la loro “intolleranza“.

Per avere cose “da grandi“, prima dovevamo diventare grandi, sbattere i piedi in terra non serviva a niente e, forse, ci potevamo rimediare anche un sonoro ceffone. Se il bullo della scuola ci perseguitava, gli amici lo “scoraggiavano” a suon di legnate; allora ci si esponeva, si lottava, si partecipava, ci si impegnava per gli amici davvero, non virtualmente.👍

Avere a che fare con i pericoli, di qualsiasi genere, ci ha poi dato gli strumenti per evitarli: se ti bruciavi la mano, imparavi che non dovevi metterla sul fuoco; se ti abbuffavi di dolcetti capivi, attraverso una notte di dolori lancinanti alla pancia, accompagnati da nausea, vomito e diarrea, che non dovevi mangiarne un pacco intero; e la mamma ti avvisava soltanto, non ti diceva “non puoi mangiarli“; ma, un “ti sta bene, così la prossima volta impari”, dopo il malessere era inevitabile.

La TV iniziava nel tardo pomeriggio

Noi, nati nel ’57, stavamo tantissimo all’aria aperta e guardavamo poca TV, (se non ricordo male, le trasmissioni iniziavano nel tardo pomeriggio con “la TV dei ragazzi”), se pioveva c’erano i giochi da tavolo e non la Play station. Risultato? La mente era più curiosa, pronta e reattiva, meno condizionata da pubblicità, fiction, programmi politici, social network e tutto il repertorio odierno.

Se volevi parlare con un amico uscivi e lo andavi a chiamare sotto casa, non gli mandavi un messaggio con whatshapp: risultato? Contatto diretto, occhi negli occhi, gestualità, difetti misurati in faccia, scontri fisici a suon di parolacce (e a volte di botte), non virtuali. E l’amore? Non finiva di certo, vigliaccamente, attraverso un sms o una email!

Il denaro, quando e se avanzava, era per comprare piccole cose, non status simbol sociali (cellulari, I-pod, capi firmati, scarpe di plastica con il logo ben in vista, costosissime, ma pur sempre di plastica), per cui ne bastava poco, difficilmente avevamo la tentazione di derubare i compagni per averne di più. Assurdamente, e nonostante i bei discorsi sull’uguaglianza sociale di oggi, noi nati nel 57 eravamo molto più “uguali” allora di quanto predichiamo di esserlo al momento.

Nessun divieto, solo regole di vita per i nati nel 57

I genitori non ci sorvegliavano in modo ossessivo, non era affatto necessario: ci venivano impartite, fin dall’infanzia (oggi è il contrario, i bambini non vanno “traumatizzati” con i divieti) regole di vita e di comportamento rigidissime ed insindacabili. E se sgarravi, perdonate la parolaccia, erano cazzi amari; ma soprattutto, davano l’esempio non sgarrando loro per primi.

Infine, che dire della musica di quei tempi gloriosi? Dopo gli anni 70, epoca in cui sono stati sfornati i migliori pezzi della storia attraverso gli artisti più strepitosi, praticamente più nulla.😎

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