Per scrivere sui social network, il distacco è necessario…

Per scrivere sui social network, il distacco è necessario…

E’ questo il problema di chi decide di scrivere sui social network, affidando a essi i suoi pensieri. A un certo punto subentra il timore che possano essere letti nel modo sbagliato, che gli altri possano vederci chissà cosa o giudichino in modo sbagliato, permettendo così che il dubbio si insinui e inquini quella passione fino a renderla faticosa, priva di soddisfazione: che siano aforismi, pensieri personali, riflessioni su temi di attualità, politica o altro non conta.

Per scrivere sui social network, il distacco è necessario...
Scrivere sui social network: fonte Pixabay

Scrivere sui social network

Chiunque ami dar voce ai suoi pensieri attraverso la scrittura, anche se lo fa con pochissime righe di tanto in tanto, dovrebbe convincersene: ognuno ha un suo metro di giudizio e si fa un’idea tutta sua di quel che legge ovunque, non solo su Facebook, spesso completamente opposta a ciò che l’autore con quelle frasi intendeva esprimere.

Tuttavia, chi ama scrivere veramente dovrebbe continuare a farlo, fino a che ha da dire, senza mai farsi frenare dalla paura, o cedere alla tentazione di chiudere per sempre. Spesso, infatti, chi scrive fa un grave errore: alle prime critiche ricevute dichiara indispettito che “se ne frega” del giudizio altrui, che comunque lo farebbe lo stesso, indipendentemente dal gradimento degli altri.

Un grave errore, perchè la parola “fregarsene” non dovrebbe mai essere usata, in quanto racchiude in essa una certa arroganza e supponenza, quasi come un’aria di superiorità nei confronti di chi non comprende o interpreta in modo diverso quel che si è scritto.

Chi scrive con vera passione ‘vuole’ essere letto

In realtà, chiunque abbia questa passione VUOLE essere letto, altrimenti lo farebbe nella sua stanza affidando le parole a un diario chiuso con lucchetto.

Il discorso è: lo facciamo perchè abbiamo bisogno di un riconoscimento, di adulazione, di sentirci dire “bravo“, fino ad arrivare al punto da scrivere solo per questo motivo? Ci fanno arrabbiare le critiche e i velati sarcasmi? Soffriamo se qualcuno equivoca ciò che esprimiamo, togliendoci così gran parte del piacere? Siamo capaci di continuare a farlo, insomma, con il “distacco necessario” – nonostante tutti questi possibili inconvenienti – accettandoli con serenità?

In poche parole, scriviamo solo per cercare gloria, complimenti e consenso, oppure per un bisogno interiore che preme e sgorga direttamente dall’anima?

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