Pensieri espressi ad alta voce
Su quei fogli scrivevo minuziosamente tutto ciò che colpiva il mio interesse, i miei desideri, i sogni, le malinconie, i piccoli e grandi turbamenti, tipici di una tappa obbligatoria della vita, gli obiettivi prefissati; alcuni raggiunti, altri dimenticati strada facendo.
Una buona abitudine che non ho poi mantenuto, chissà perchè. Ma non ho perso lo spirito di osservazione: sogni, desideri, turbamenti, malinconie e obiettivi sono sempre presenti, anche se diversi da allora ovviamente, ma oggi li ripongo altrove. Una sorta di strano modo di immagazzinare ciò che vedo, o di conservare le sensazioni che poi cerco di descrivere con le parole, tutte nel mio cervello.
Questo non sempre è un bene, perchè spesso scrivo d’impulso così come penso; e a volte faccio danni, risultando impietosa e poco comprensiva con l’umanità in generale.
“Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve.” – ANAÏS NIN
Dopo aver imparato l’uso della tastiera, ogni volta che ne sento il bisogno ricorro al computer piuttosto che al quaderno, molto più veloce, a scapito della mia calligrafia che negli ultimi tempi è diventata veramente orribile. In pratica, quelli che esprimo non sono altro che “pensieri espressi ad alta voce”.
Scrivere: un ottimo modo per fare spazio nel cervello
Comunque, sia con la penna che con la tastiera, scrivere è un ottimo modo per fare spazio nel cervello: il nuovo scaccia il vecchio, che non viene dimenticato ma solo compresso e accantonato in un angolino, in cui di tanto in tanto faccio un salto e sorrido. Alcuni pensieri scritti tanto tempo fa sono così ingenui, puerili, a volte melodrammatici e sopra le righe, altri banali e perfino comici, oltre che scritti male. Però non li butto, perchè raccontano tanto di me.