Leggende e alcuni prodigi di Sant’Ambrogio
Lo sciame d’api. Mentre appena nato dormiva nella culla, venne assalito da uno sciame d’api che si avvicinò al suo volto. Alcune di esse entrarono e uscirono dalla boccuccia socchiusa senza arrecare alcun danno al lattante ma, anzi, depositando del miele come segno della sua futura saggezza. Non a caso S. Ambrogio è il santo protettore degli apicoltori ed è spesso raffigurato con accanto un favo e delle api laboriose, simboli di grande eloquenza.
Era uno iettatore? Si narra che Arika, una donna ariana a Sirmio (Patagonia), attendeva Ambrogio presso il Presbitero per buttarlo giù dall’altare. Presolo per le vesti, stava già strattonandolo violentemente quando il vescovo, liberatosi dalla stretta, l’ammonì: “Prega che il Signore non ti punisca!”. Arika morì pochi giorni dopo. E si racconta che diversi altri attentatori abbiano minacciato l’integrità fisica del Santo, rimanendone, nel migliore dei casi, completamente paralizzati.
Santo Ambrogio: la leggenda del dente sull’anello del suo successore
Il dente. Si narra che la domenica delle Palme dell‘anno 835, nel corso della consueta processione, il suo successore Angilberto II perse il prezioso anello che portava al dito, in cui era incastonato un dente di Santo Ambrogio. La processione venne subito interrotta e tutti i presenti si misero a cercare ovunque, ma senza alcun risultato.
Una donna molto anziana attirò l’attenzione di Angilberto e gli suggerì, prima di svanire misteriosamente nel nulla, di cercare il dente là dove lo aveva prelevato. E, con immenso stupore di tutti, scoperchiata la cassa in cui giaceva la salma di Ambrogio, il dente fu trovato al suo posto: nella mascella del Santo.