Il Monte Stella memoria storica di Milano
Eppure, è uno dei ricordi più drammatici della storia di questa città, attualmente in continua e vertiginosa trasformazione. Fu costruita con le macerie causate dai bombardamenti del 7,12, 14 e 15 Agosto del 43, in aggiunta alle demolizioni di gran parte dei bastioni spagnoli.
Sotto la montagnetta ci sono vetri infranti, pezzi di intonaco, piastrelle, salotti, poltrone, letti, cucine, quadri, libri e servizi di piatti ridotti in pezzi, insieme ai muri sventrati dalle bombe. Pezzi di vita di qualcuno, eppure, sembra che tutti lo abbiano dimenticato.
Il nome “Stella” è dovuto alla moglie del dipendente comunale che si occupò, dal 1946 in poi, di liberare la città dai detriti dei palazzi distrutti: il comune accettò sia la proposta di raccogliere e depositare tutte le macerie in un unico luogo, creando così una collinetta artificiale da adibire in seguito a parco, sia il nome. Storia lontana, ormai sepolta insieme ai calcinacci sotto quella verde collinetta, meta di ciclisti in cerca di ossigeno e romantiche coppiette di privacy.
Passandoci davanti, non si può fare a meno di notare che i milanesi quasi non ci fanno più caso, anche se molti comunque ne sono al corrente. La montagnetta di San Siro è il memoriale collettivo della città: chissà se qualcuno ricorda di portare un fiore, almeno di tanto in tanto, in memoria dei tantissimi meneghini caduti sotto i bombardamenti in quei tragici giorni del 1943.
Da una poesia di Nino Rossi in dialetto milanese:
Pussee che on mont a l’è on monton de terra, che la natura in verd la quattarà.
Inscì sarann sconduu i orror de guerra e fra on quej ann nissun ricordarà
che quell che ciamom ‘na montagna ormai l’è fada de maceri e catanai,
de noster catanai, de nost casett, che anca a tocchei, sortissen el so effett.
‘Me te see bella in controlus stassera.
Te guardi e te me paret vera.
Te see costada lacrim e sospir, tomba di noster cà, Montagna de San Sir…
Nino RossiTraduzione
Più che un monte è un mucchio di terra, che la natura di verde coprirà.
Così saranno nascosti gli orrori della guerra e fra qualche anno nessuno ricorderà
che quella che chiamiamo una montagna ormai è fatta di macerie e rottami,
i nostri rottami delle nostre casette, che anche a pezzi suscitano il loro effetto.
Come sei bella in controluce questa sera.
Ti guardo e mi sembri vera.
Sei costata lacrime e sospiri, tomba delle nostre case, Montagna di San Siro…