Il banco dei reclami è scomparso
Come sempre, risponde una voce metallica che fa un sacco di domande: “Digiti o dica l’opzione desiderata e prema poi il tasto cancelletto”. Io spesso mi confondo e dico un’altra parola, oppure il sistema percepisce in modo sbagliato ciò che ho pronunciato; ma, che stizza, la voce non si scompone affatto e ricomincia daccapo a darmi istruzioni.
Di norma tengo duro, non mi arrendo facilmente, so bene che lo fanno apposta! Una lunga fila di domande, opzioni, tasti da premere ecc, servono solo a tenere lontani gli operatori, figura ormai mitologica scomparsa quasi completamente: l’abbiamo capito tutti che costano, vero?
E così ritento, fino a che (miracolo) risponde finalmente una voce “vera”, umana, una persona con cui finalmente interloquire. Per un attimo mi emoziono, quasi non ricordo più cosa devo chiedere e tra me e me penso: “Che piacere ritrovarsi qui, finalmente, noi due esseri umani in questa giungla di voci preregistrate senz’anima”.
Il numero verde
Dopo un primo istante di stordimento mi riscuoto, riacquisto il mio vocabolario e spiego finalmente il problema che mi angustia nei dettagli. Ma, chissà perchè, d’improvviso si raffredda la cortesia del gentile operatore: “Lei ha un guasto – mi spiega falsamente dispiaciuto – questo significa che deve mandare una mail, oppure un fax, meglio ancora una raccomandata con ricevuta di ritorno!”
Se invece devo stipulare un nuovo contratto, ogni cosa è molto più semplice: nel giro di tre secondi (basta pronunciare un SI) è fatta; giusto il tempo di dire “Boh”.
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