Il femminicidio: abbiamo dimenticato di fare qualcosa?

Il femminicidio: abbiamo dimenticato di fare qualcosa?

Le cronache continuano a raccontare, purtroppo, di soprusi e violenze contro le donne da mariti, ex compagni, fidanzati. Il femminicidio, di cui si parla troppo spesso negli ultimi tempi, sarebbe dunque l’ultimo atto di relazioni che si possono definire “malate”, il più delle volte fondate sulla prevaricazione maschile.

Il femminicidio: riflessioni sul tema

Diverse le riflessioni su questo tema, ma attorno al triste fenomeno c’è un aspetto di cui si parla troppo poco, oltre che a sottovalutare: la pornografia. Soprattutto tra i giovani, la sua diffusione ha un ruolo che altera la loro formazione emotiva e le future relazioni uomo – donna.

Un allarme che ha valore in prospettiva: l’ampia diffusione di smartphone con libero accesso a internet è sempre più frequente tra i giovanissimi, a partire dagli 8 – 10 anni. Ovviamente con tutte le conseguenze del caso, ovvero la visione di filmati a luci rosse, compresi quelli in cui la violenza è messa ampiamente in risalto

Il femminicidio: chiediamoci se abbiamo dimenticato di fare qualcosa
Il femminicidio: chiediamoci se abbiamo dimenticato di fare qualcosa

Parlandone tra adulti si tende troppo spesso a sminuire l’importanza di questo fenomeno “in fondo, la visione di tali immagini – si obbietta – non trasforma certo tutti in stupratori e assassini“. Oppure, altro argomento, un “pò di nudo” non renderà i maschi più violenti. D’altronde la differenza la fa sempre l’educazione che viene impartita dai genitori”.

Video o immagini a luci rosse liberamente diffuse su internet

Tuttavia ci sono una serie di ragioni che dovrebbero metterci in allarme: la visione di filmati e immagini a luci rosse, da sempre rappresenta una degenerazione a ogni età e ogni livello. Ma se è impossibile limitarla o oscurarla, perchè noi adulti non ci poniamo qualche domanda? Che tipo di adolescenti saranno quei bambini che oggi, fin dalla scuola primaria, si stanno abituando a vedere quei video e quelle immagini? Che idea avranno della donna, un giorno, che tipo di relazioni potranno sviluppare una volta diventati degli uomini?

Il mercato dei filmati hot è cambiato, a causa del libero accesso a internet: gratuito, sconfinato, privo di filtri o controlli a protezione dei più piccoli. In gran parte di questi video tutto è recitazione, certo, ma la rappresentazione si snoda sempre secondo lo stesso copione: la donna appare sottomessa, “usata”, umiliata, se non addirittura violentata.

Il suo ruolo, dunque, è di “oggetto” a disposizione dell’uomo per raggiungere il piacere. In un momento in cui tutti analizzano le manifestazioni di violenza, non sarebbe opportuno riflettere anche su quello che può averle alimentate?

Mettere dei limiti per tutelare i giovanissimi: perchè no?

Perchè, ad esempio, non si prende in considerazione l’idea – sia a livello tecnico che legislativo – di proteggere i minori dalla pornografia è mettere così un freno? Perchè i contenuti di questo genere sono così disponibili, senza limiti o regole, a chiunque entri in possesso di uno smartphone? Perchè non mettere sul mercato cellulari con diversi livelli di protezione?

Abbiamo limiti sensati in molti altri settori: le auto si guidano a 18 anni e in base alla cilindrata, alcol e sigarette sono vietate ai minori, le scommesse hanno delle barriere legate all’età, perchè non li abbiamo anche in questo?

Non tutto si può appellare alla questione educativa, lasciando che le responsabilità cadano tutte sulle spalle dei genitori (spesso assenti per necessità).Occorre fare molto di più, dare un forte segnale. Quando ci chiederemo “perchè” al prossimo caso di cronaca, chiediamoci se abbiamo dimenticato di fare qualcosa per evitare che, tra i bambini di oggi, cresca l’uomo violento di domani. E le donne, al riguardo, cosa dicono?

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