Dormire: una necessità, ma non è uguale per tutti

Dormire: una necessità, ma non è uguale per tutti

Sarà proprio vero che bisogna dormire almeno 8 ore per notte, se vogliamo svegliarci perfettamente riposati, efficienti e di buon umore, pronti ad affrontare positivamente la giornata? Oppure, più della quantità conta la qualità del sonno? Quel che è certo, si tratta di un’attività indispensabile per la mente umana che aumenta la memoria, garantisce una maggiore attenzione e aiuta a mantenersi giovani e dinamici. Secondo uno studio recente, però, sembra che questa necessità non sia uguale per tutti.

Dormire è una necessità, ma non è uguale per tutti
Dormire è una necessità, ma non è uguale per tutti – Pixabay

I “brevi dormitori”

Abbiamo sempre pensato che agli adulti fossero necessarie almeno otto ore di sonno (per esempio dalle 23 alle 7), mentre adesso questa vecchia regola viene smentita da una ricerca. Lo studio, i cui dati sono stati pubblicati su “Brain and Behavior“, afferma infatti che le necessità cambiano da individuo a individuo: i “brevi dormitori”, ad esempio, hanno bisogno di un minor numero di ore per sentirsi ricaricati e pronti a iniziare le loro attività in piena efficienza, vispi e attivi anche dopo sole 5 – 6 ore di sonno.

Inoltre, sempre secondo la ricerca, sembra che questi “animali notturni” siano capaci di consolidare i ricordi anche durante il giorno in modo più efficace, sfruttando quei momenti di “noia” del cervello per fare ciò che fanno gli altri durante il riposo. Una capacità di “rilassare” la mente nel corso della giornata che, però, a volte è associata ad una estrema facilità di addormentarsi quando non si è molto stimolati.

Dormire: conta la qualità del sonno

Gli esperti, comunque, spiegano che i veri “brevi dormitori” sono pochi: molte persone, infatti, riducono per motivi diversi da quelli biologici le loro ore di sonno, trovandosi poi a dover recuperare nel weekend per esempio. Chi invece non sente il bisogno di dormire a lungo, dopo circa 6 ore è già attivo e deve alzarsi dal letto, indipendentemente dagli impegni.

Quel che conta – aggiungono i ricercatori – non è la quantità ma la qualità del sonno. Per questi individui pronti ad affrontare la giornata fin dall’alba, senza mostrare nessun segno di affaticamento, l’alterazione della fase Rem (il sonno più profondo) e la tendenza ai continui risvegli, non possono che peggiorare la qualità del loro riposo. In poche parole, per loro è inutile passare troppe ore a letto una volta svegli. E voi, siete “brevi dormitori”, oppure il contrario?

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