Cimitero delle fontanelle: l’Anime pezzentelle di Napoli

Cimitero delle fontanelle: l’Anime pezzentelle di Napoli

Il Cimitero delle Fontanelle (è funtanelle) iniziò come sepolcreto secondario, quando i cimiteri e le cripte di Napoli iniziarono a traboccare di salme. Si trova nel quartiere Sanità, uno dei più ricchi di storia, ed è chiamato in questo modo per la presenza in passato di fonti d’acqua. L’origine risale al XVI secolo, legata soprattutto alla storia e alle disgrazie del popolo napoletano.

Cimitero delle fontanelle: l'Anime pezzentelle di Napoli
Cimitero delle fontanelle: l’Anime pezzentelle di Napoli – Pixabay

Cimitero delle Fontanelle: la storia

Quì si svolgeva il rito delle “anime pezzentelle“, ossia l’adozione da parte di un napoletano di un cranio (detta appunto “capuzzella“) che se ne prendeva cura in cambio di protezione. Ogni angolo, ogni corridoio è ricco di leggende, storia, aneddoti e curiosità al Cimitero delle Fontanelle!

Prima del XVI secolo si usava interrare i defunti nelle chiese. Quando lo spazio si esauriva, i “salmatari” avevano il compito di disseppellire di notte i più vecchi e stiparli in cave come quella delle Fontanelle. Lo scarico dei defunti temporaneamente sepolti in questa grotta alla periferia della città, iniziò durante l’occupazione spagnola di Napoli nel 1500, ma la maggior parte dei suoi 40.000 residenti proveniva dalla devastante epidemia di peste del 1656 e da piccole epidemie di colera negli anni ’30 del XIX secolo.

La peste del 1656 arrivò a gennaio e nel giro di circa sei mesi provocò la morte di metà della popolazione di Napoli. Le vittime furono seppellite (o gettate in una grotta) nelle circostanze più caotiche, spesso senza ultimi riti religiosi, quasi sempre senza alcuna lapide. Ci vollero intere generazioni prima che la città si riprendesse dagli effetti dell‘epidemia.

I teschi adottati e nominati

Nella tradizione della popolazione altamente cattolica, queste povere anime erano intrappolate in una forma di purgatorio. Quindi, a partire dal 1872, padre Gaetano Barbati iniziò l’enorme compito di catalogare e organizzare in qualche modo le spoglie anonime. Rimasero tutti  insepolti, ma vennero almeno smistati e collocati su tantissimi scaffali, in scatole o cripte.

Mentre i resti venivano riordinati, i volontari pregavano per i defunti, dando inizio a un insolito rapporto con i morti. Teschi anonimi ricevevano un nome (scelto dalle donne che se ne prendevano cura) poi tornavano a chiacchierare con loro e mettevano desideri scritti su fogli arrotolati nelle orbite vuote.

Questo “culto dei morti” unicamente napoletano si è mantenuto fino ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Napoli è stata la città più pesantemente colpita d’Italia e, insieme agli altri spazi sotterranei della città, le Fontanelle, una combinazione di grotte naturali, miniere di tufo e antiche gallerie greche e romane, fungevano da rifugio antiaereo. Napoli, all’ombra del Vesuvio, si trova nei Campi Flegrei, o “Campi di fuoco”, un’area di intensa attività vulcanica che ha lasciato l’area crivellata di grotte, sorgenti termali e crateri.

I primi residenti greci della zona scolpirono ed estrassero la morbida pietra vulcanica, utilizzando alcuni degli spazi sotterranei come luoghi di sepoltura.  I romani che seguirono scavarono reti di cunicoli e acquedotti attraverso le colline, spesso collegate ai sistemi di grotte naturali, che lasciano la moderna Napoli e la campagna circostante crivellate di spazi sotterranei di ogni tipo.

Il culto delle Fontanelle

Dopo la guerra, il curioso culto delle Fontanelle raggiunse il suo apice: molte le donne che si prendevano cura e conversavano con i teschi, portando fiori e offerte e chiedendo numeri del lotto o che i loro desideri fossero esauditi. Tantissimi i teschi rivendicati e custoditi in nicchie di legno come portafortuna personali, mentre venivano recitate le caratteristiche “litanie e giaculatorie” per le anime in pena, una tra queste:

Anime sante, anime purganti,
Io son sola e vuie siete tante
Andate avanti al mio Signore
e raccontateci tutti i miei dolori
Prima che s’oscura questa santa giornata
da Dio voglio essere consolata.
Pietoso mio Dio col sangue Tuo redento
a tutte le anime del Purgatorio salutammelle a tutti i momenti,
Eterno Riposo

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