Il fotografo in Piazza Duomo? Scomparso, insieme ai piccioni

Il fotografo in Piazza Duomo? Scomparso, insieme ai piccioni

La prima volta che arrivai a Milano, in pieno (e freddissimo) inverno nel lontano 1969, fui portata in giro dai miei parenti. Loro, arrivati alcuni anni prima, si erano integrati perfettamente in questa caotica città che (oggi come allora) accoglie tutti a braccia aperte: ovviamente, tappa obbligatoria Piazza Duomo, gremita di turisti e persone affaccendate, sempre di corsa verso chissà quale meta.

Il fotografo in piazza Duomo? Scomparso, insieme ai piccioni
Piazza Duomo Milano

Il fotografo e i piccioni in Piazza Duomo a Milano

Ai tempi, nel luogo in cui Totò e Peppino De Filippo si soffermarono dicendo “questa è la piazza principale e da qui devono passare”, i piccioni erano una vera attrazione.Tanto è vero che parecchie persone, munite di macchina fotografica appesa al collo, su di essi ci “campavano” letteralmente: non appena spuntavi da sotto il metrò ne trovavi uno che, in un baleno, ti metteva in mano una manciata di mais per attirarli.

D’improvviso ti ritrovavi pennuti dappertutto, non solo sulla mano, svolazzanti e felici di potersi ingozzare a volontà; ed era proprio in quel momento che il fotografo immortalava la scena. In un secondo tempo ti comunicava l’importo del “servizio”, ma non eri obbligato a comprare la foto; se accettavi, invece, veniva recapitata a domicilio in pochissimi giorni. Mitico mestiere tipicamente milanese, ormai scomparso e sommerso nell’era del digitale e di internet.

Una delle chiese più belle e famose d’Italia

Ci sono passata, di recente; anzi, a dir la verità ci vado spesso perchè ormai, per ritrovare “quella” Milano dei miei ricordi, bisogna cercarla solo in centro dove (quasi) tutto è rimasto immutato. Un pizzico di malinconia però è inevitabile: i piccioni? Pochi, sparsi in isolati gruppetti quà e là. I fotografi? Solo turisti e “selfisti” intenti, in pose diverse e con l’aiuto di cellulare e un lungo bastone, a inquadrarsi con alle spalle il sontuoso, magnifico Duomo.

Rarissime le persone che, uscendo dalle scale del metrò lì vicino, si dirigono facendosi il segno della croce verso una delle chiese più famose d’Italia. Ed erano tutti latino americani e filippini: tra gli italiani, ahimè, proprio nessuno! 

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