Un fiore povero, umile, alla portata di tutti, molto diffuso nelle campagne, in apparenza fragile ma capace di sopravvivere nelle condizioni più difficili. Preannuncia la primavera, quindi la vita che rinasce: quale simbolo migliore, per rappresentare la Festa della Donna? Cogliamo l’occasione dunque, e andiamo a curiosare sulla mimosa.
Festa della donna e la mimosa: curiosità, proprietà e origini
- Gli Aborigeni australiani la usano come decotto contro le malattie veneree, la diarrea, i disturbi nervosi e la nausea.
- Le giraffe lo considerano uno tra i cibi più appetitosi, tanto è vero che ne possono mangiare fino a 66 kg al giorno.
- Nel linguaggio dei fiori sono simbolo di pudicizia e moralità
- Gli indiani dell’America settentrionale, oltre che nelle feste, la utilizzano durante le promesse d’amore alle fanciulle: in questi casi, infatti, il giovane innamorato regala un ramoscello di mimose alla ragazza che lo ha conquistato.
- Le giovani inglesi, invece, appuntavano un rametto di questo fiore magico sulla camicia, per accentuare la loro femminilità.
- La pianta è arrivata in Europa dalla Tasmania (circa 200 anni fa) ma non ha solo carattere ornamentale: in medicina – per i suoi componenti che, pare, riducono la fame – viene infatti usata anche nelle diete, oltre che per i problemi intestinali.
- In realtà si tratta di un’acacia. Contiene preziosi oli essenziali dalle proprietà astringenti e antisettiche, detergenti e rilassanti per la pelle.
La mimosa viene associata al genere femminile per la sua resistenza
La mimosa è un fiore bellissimo, magico, solo in apparenza fragile; in realtà attecchisce su qualunque terreno e nelle condizioni più avverse. Per questo motivo è stata associata al genere femminile. Ma il cosiddetto “sesso debole” in realtà è tutto il contrario: forza, coraggio, determinazione nel cercare di raggiungere gli obiettivi di parità sociale ed eguaglianza nel corso dell’ultimo secolo, lo dimostrano ampiamente.