Il mio ricordo di Natale: colori, odori, emozioni

Il mio ricordo di Natale: colori, odori, emozioni

Il mio ricordo del Natale è fatto soprattutto di odori: mandarini, arance, noci, castagne, biscotti e torroncini. Ma è fatto anche di suoni e colori: il via vai di gente vestita a festa nel paese, il brusio della folla, un liquore fatto in casa da mia madre con le rosse fragoline della Sila, o le noci, l’albero altissimo, maestoso, svettante nella piazza (oggi scomparso) tutto illuminato, i negozi sempre aperti pieni di ogni ben di Dio.

Il mio ricordo di Natale: colori, odori, emozioni
Il mio ricordo di Natale: colori, odori, emozioni

Il mio ricordo più acceso: la letterina di Natale

Era anche la letterina cosparsa di brillantini luccicanti sotto il piatto di mio padre, la sera della vigilia, scritta con mano tremolante; e l’attesa di un riscontro, un complimento, un’occhiata gonfia di orgoglio per la mia bella calligrafia, allora vanto di ogni alunno.

A fine lettura, con voce rotta dalla commozione, lui mi diceva “brava” e mi dava un buffetto sulle guance, il massimo dell’espansività per un uomo abituato solo all’essenziale. Infine richiudeva la lettera con estrema cura, sorridendo sotto i baffi (per non dare “troppa soddisfazione” si diceva ai tempi), poi mi porgeva la mano per farsela baciare: l’antico rito era concluso, quindi tutti a tavola a mangiare!

Niente di esagerato per la vigilia di Natale, per carità: spaghetti con le vongole o le alici, baccalà fritto, broccoletti lessati,  banditi ogni tipo di carne o salumi. E tante nocciole, arachidi, castagne, fichi secchi e quei mandarini giallo oro dal profumo intenso, mai più sentito da allora.

La festa più grandiosa dell’anno

Ricordo che nei giorni precedenti tutti si davano un gran da fare: i tronchi da bruciare venivano accatastati al centro della piazza, mentre ognuno dava il suo contributo nel mantenerlo sempre acceso fino al 6 Gennaio, il giorno dedicato alla festa più grandiosa dell’anno: la Madonna, San Giuseppe e Gesù Bambino, carichi di denaro e gioielli donati alla chiesa dai fedeli, si incontravano portati sulle spalle da alcuni concittadini. Che emozione vederli arrivare correndo da tre punti diversi del paese, fino ad “abbracciarsi”.

Ero così piccola, che stizza non vedere quasi nulla soffocata tra la folla festosa ed esultante! Ma, ricordo bene anche questo, impietosito dal broncio stampato sul mio viso, ecco mio padre che mi tirava su in un baleno mettendomi a cavalcioni sulle sue spalle. E io, soddisfatta e gioiosa, mi godevo l’intero spettacolo dall’alto.

Tutti intatti nella mia memoria, questi bellissimi e struggenti ricordi: c’è da stupirsi, se non provo quasi più nessuna emozione quando arriva il Natale?

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