La teoria del cambiamento: ogni 7 anni una tappa

La teoria del cambiamento: ogni 7 anni una tappa

Nella vita, secondo alcune antiche teorie, si attraversano varie tappe. E ognuna di esse coincide con un profondo cambiamento, soprattutto per le donne: ogni 7 anni in pratica attraversiamo un periodo che si potrebbe paragonare a quello del bruco che si trasforma in farfalla, quando esce dal bozzolo in cui era avvolta.

La teoria del cambiamento: ogni 7 anni una tappa
La teoria del cambiamento: ogni 7 anni una tappa

Il bruco che si trasforma in farfalla

Dalla nascita fino ai sette anni non ci interessa altro che essere coccolate, accudite, al centro dell’attenzione. Siamo bambine inconsapevoli, innocenti, vogliamo solo giocare e veder soddisfatti i nostri bisogni primari. Dai sette ai quattordici si entra nella preadolescenza. Questa è un’età molto delicata, si cominciano ad assimilare nozioni che (gradualmente) portano al dissolvimento dell’innocenza tipica dell’infanzia. Imitiamo gli adulti e facciamo nostri sentimenti più o meno negativi, tra cui la malizia.

Siamo come delle spugne, assorbiamo tutto ciò che arriva dal contatto con gli altri a scuola, in famiglia, tra gli amici, ovunque. Una tappa che comprende anche disagi e tempeste ormonali legati alla pubertà. Cominciamo a interessarci ai ragazzi, fantastichiamo a occhi aperti, abbelliamo e curiamo il nostro corpo. Non vediamo altro che noi stesse.

Le altre tappe del cambiamento

Dai quattordici ai ventuno, a differenza dei maschi, comincia il percorso verso il senno. A  quest’età siamo proiettate verso il futuro, programmiamo, fantastichiamo, ci impegniamo affinché i nostri sogni si avverino. In gran parte dei casi, comunque, sappiamo già cosa vogliamo.

In seguito ogni donna prende la sua strada, e a ogni tappa corrisponde un cambiamento. Mai però come quello che avviene tra i quarantadue e i quarantanove anni, periodo in cui molte prendono decisioni fondamentali, o almeno “ci provano”.

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.

La consapevolezza

Qualunque sia il risultato, è quasi sempre fonte di consapevolezza e i sentimenti provati variano da donna a donna: tristezza e sconforto per essersi lasciate sfuggire un’occasione, ad esempio, oppure rammarico per aver commesso degli errori ormai irreparabili; o, al contrario, si “accetta” serenamente il proprio destino, anche se non era proprio quello che sognavamo.

Alcuni di questi passaggi possono essere estremamente dolorosi, o addirittura devastanti per l’anima, ma necessari per “risorgere” più forti di prima. In poche parole usciamo da un ciclo ed entriamo nel successivo: più o meno come “morire”, per poi rinascere.

Seguimi su Facebook

/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *