Curiosità sul mito di Eris, Dea della discordia
Il pomo della discordia o mela della discordia è, secondo il mito, la mela lanciata da Eris, dea della discordia, sul tavolo dove si stava svolgendo il banchetto in onore del matrimonio di Peleo e Teti. La dea, per vendicarsi del mancato invito alla festa, incise sul pomo la frase “Alla più bella”, causando così una lite furibonda fra Era, regina degli dei, Afrodite, dea della bellezza, e Atena, dea della saggezza.
Vediamo nei dettagli l’episodio più significativo legato a Eris, rappresentata con capelli a forma di serpenti avvolti da bende insanguinate, come si racconta nei “Canti Cipriani“. Non invitata alle nozze di Peleo e Teti, la Dea volle vendicarsi del torto subito attraverso una via subdola: si presentò ugualmente alla cerimonia nuziale e, tenendo fede al proprio ruolo di seminatrice di liti e contese, gettò sul tavolo del banchetto di nozze una mela d’oro, dichiarando che era destinata solo “alla più bella” tra le dee invitate.
Afrodite, Era e Atena, ognuna convinta di essere la prescelta per l’assegnazione del frutto, se lo disputarono furiosamente. Inizialmente la scelta spettava a Zeus, al cui cospetto si presentarono le contendenti per avere il responso, ma lui non volle decidere perchè avrebbe scatenato il furore delle perdenti in eterno.
Scelse quindi di affidare l’ingrato compito a un mortale, Paride, che aveva dimostrato più volte di essere giusto e abile nel giudizio. Quel che succede dopo è un’altra storia, visto che la scelta di Paride cadde su Afrodite (che gli aveva promesso l’amore della più bella sulla terra, Elena), la causa scatenante della guerra di Troia.
Un virus diffuso attraverso i social network
Torniamo quindi alla parola “discordia”, argomento attualissimo al momento, diffusa come un virus su larga scala attraverso i social. Come arginare questo triste fenomeno? Forse dobbiamo imparare a essere pazienti: in passato, infatti, per abituarci alle interazioni tra persone abbiamo avuto tantissimi anni, mentre per gestire quelle online appena una manciatina.
Nella vita reale abbiamo il linguaggio del corpo, la mimica facciale, indispensabili per comprendere l’ironia e appianare le tensioni. Sui social questo non traspare, nonostante l’uso abbondante di emoji (forse occorrerà introdurne qualcuna in più? Oppure sarà sufficiente la giusta punteggiatura, per sedare ogni possibile equivoco e conflitto sul nascere?)
Imparare a pensare, prima di scrivere
Non vale forse la pena di restare calmi, ignorare i commenti buttati nel mucchio con l’intento di seminare “discordia“, bloccare subito i “leoni da tastiera” e denunciarli, in caso di gravi molestie, mentre impariamo questa nuova arte? Ma soprattutto, non sarebbe ora di imparare a pensare, prima di scrivere?