Il rabarbaro: proprietà, controindicazioni e usi in cucina

Il rabarbaro: proprietà, controindicazioni e usi in cucina

Nonostante il sapore intensamente aspro, i gambi spessi e carnosi del rabarbaro sono spesso trattati come un frutto. Cresce in due raccolti: il “rabarbaro forzato”, il più tenero e aromatizzato dei due, che arriva all’inizio dell’anno e si riconosce dai gambi color rosa anguria (disponibile da gennaio ai primi di febbraio) sodi, croccanti e carnosi con foglie dal colore vivace.

Il rabarbaro, pianta ricca di proprietà: usi e controindicazioni
Il rabarbaro, pianta ricca di proprietà: usi e controindicazioni

Il rabarbaro: caratteristiche

Il secondo viene coltivato all’aperto e arriva in primavera: gambi di un rosso più intenso che si tingono di verde brillante come le foglie, sapore più intenso e consistenza robusta rispetto alla varietà forzata. Sebbene possa essere consumato anche crudo, il rabarbaro tende ad essere troppo acido ed è generalmente meglio se cotto con molto zucchero, ottimo sopratutto se abbinato allo zenzero e alle fragole.

Il rabarbaro è una pianta (famiglia delle poligoniaceae) con grandi foglie palmato-lobate che può anche superare i due metri di altezza. Dotata di un grande rizoma (in cui sono contenute sostanze fitoterapiche) robuste radici e lunghi gambi di colore rossastro, al cui apice pende un fiore simile a una pannocchia che va dal giallo al verde, dal bianco al rosa a seconda della varietà.

Effetti collaterali

Le foglie di questo vegetale contengono una sostanza tossica chiamata acido ossalico, quindi non dovrebbero mai essere mangiate: una volta acquistato, tagliatele e gettatele via poichè potrebbero causare disturbi di vario genere, o interferire con l’assorbimento di alcuni farmaci. Ha una forte azione lassativa, ma è anche antimicotico, antibatterico e antiossidante.

A volte può avere costole robuste e filanti, quindi dopo averlo lavato eliminate i filamenti (come si fa con i cardi e il sedano) con un coltello piccolo e affilato, poi tagliate il gambo a pezzetti. Il rabarbaro forzato in genere dovrebbe essere abbastanza tenero da non aver bisogno di fare questa operazione preliminare. Si conserva in frigo fino al momento di mangiarlo (entro un paio di giorni al massimo) ricordate però di non togliere le foglie poichè lo mantengono fresco.

Come si cucina

Usato anticamente come erba medicinale, soprattutto dalle popolazioni asiatiche, il rabarbaro è entrato anche in cucina generalmente associato allo zucchero (marmellate, composte, dolci, liquori digestivi a base di erbe). In realtà può essere anche arrostito, saltato o stufato: quest’ultimo è uno dei modi più semplici e più comuni per cucinarlo, nonché uno dei modi più versatili per servirlo.

Può anche essere aggiunto a carni grasse come il maiale e l’anatra. Provatelo con braciole di maiale, stesi su una teglia da forno, o per accompagnare petti d’anatra scottati in padella.

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