Il nuovo millennio: per cosa sarà ricordato in futuro?

Il nuovo millennio: per cosa sarà ricordato in futuro?

Alla soglia del nuovo millennio eravamo (quasi tutti) pieni di aspettative e speranze per il futuro, certi di arrivare chissà dove e migliorare in ogni campo. Gli anni 2000 invece (almeno fino a oggi), che delusione, saranno ricordati come quelli della regressione intellettuale, della superficialità, del femminicidio, dei programmi TV scontati, i cellulari sempre più avanzati, degli eccessi in ogni campo e dell’odio tra politici.

Il nuovo millennio

E di internet che ha cancellato milioni di posti di lavoro, dell’euro, della povertà, del boom tecnologico e della crisi economica, la decadenza della qualità di prodotti e servizi, cibi pronti, chef stellati e caffè americano, scomparsa progressiva di edicole e librerie, giornalisti di parte, razzismo, fascisti e radical chic.

Ma soprattutto dei social, in cui moltissimi sfogano astio, cattiverie e frustrazioni personali con vere e proprie aggressioni; oppure pubblicano foto per documentare ogni momento della loro giornata facendo largo uso di faccine sorridenti, convinti che siano eloquenti, eternamente connessi. Gli anni 2000, ammettiamolo, sono stati – e lo sono tuttora – i più noiosi tra tutti.

Il nuovo millennio: per cosa sarà ricordato in futuro?
Il nuovo millennio: per cosa sarà ricordato in futuro?

Una noia mortale causata In gran parte da quelli che blaterano a vanvera – senza averne un’idea ben precisa – di problemi sociali, “accoglienza”, umanità e solidarietà, purchè sia a casa di qualcun altro. Belle parole, tante; azioni che corrispondano a quelle stesse parole, poche, pochissime. Molto meno faticoso (e rischioso) esternare da dietro un monitor un pensiero solidale verso i più sfortunati, piuttosto che agire.

L’utero in affitto

Gli anni 2000 saranno ricordati anche per quelli che si riempiono la bocca di termini complicati, sperticandosi in lodi verso scrittori, registi o artisti sconosciuti a gran parte della gente, snocciolando a ripetizione pensieri filosofici profondi; e poi, al primo problema quotidiano vanno in crisi e fanno largo uso di psicofarmaci. Esseri senza princìpi morali, che si battono affinchè i bambini vengano affidati a una coppia di gay perchè tanto, “meglio con due papà che in un orfanatrofio”, comprano uteri e programmano figli su ordinazione, convinti che sia tutto lecito.

E per quegli strani individui, in enorme aumento, che vogliono cancellare tradizioni e religioni, volteggiano in bicicletta trascinandosi appresso l’amico peloso (che, ripetono spesso, è meglio degli esseri umani), mangiano biologico, dissertano di politica ed esistenzialismo seduti davanti a un cornetto vegano e un caffè – senza schiuma, tiepido ma non troppo, in tazza calda ma non troppo, magari al ginseng o allo zenzero (che fa tanto chic) con l’aggiunta di una spruzzatina di cacao e il disegnino sopra – e poi se ne tornano nelle loro comode case, convinti di aver migliorato il mondo solo parlandone.

Con il passare del tempo ci si abitua a tutto

Eppure, che strano, con il passare del tempo ci si abitua proprio a tutto. Anche a questo. A un certo punto capisci che il mondo, in questo nuovo millennio, va come deve andare. Anche se non approvi nulla (o quasi) di ciò che vedi e senti. Sarà l’età che avanza?

Riesci persino a non dare risalto a certi personaggi televisivi, ai giornalisti di parte, alla spazzatura trasmessa in TV, alla guerra tra politici, ai nuovi poveri in vertiginoso aumento, alla mancanza di decoro e civiltà, ai cantanti “impegnati”, agli uomini depilati e le donne mascolinizzate, ai soprusi, le piccole quotidiane cattiverie, l’invidia sotterranea e strisciante che serpeggia ovunque, le prepotenze, l’arroganza, le ingiustizie e le falsità.

D’un tratto, non sai nemmeno come sia potuto accadere, ti ritrovi a osservare ogni cosa da semplice spettatore. E non provi quasi più quel pungente senso di stizza, il fuoco, l’ardore, la furia che un tempo ormai lontano ti faceva infiammare il cuore, di fronte a certe realtà. Prendi nota solamente, tanto lo sai che non puoi farci niente.

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