14enne malata di cancro si fa ibernare in attesa della cura

14enne malata di cancro si fa ibernare in attesa della cura

14enne si fa ibernare in attesa della cura contro il cancroContrariamente a ciò che sembra all’inizio, quasi la trama di un film di fantascienza, questa è una storia (accaduta qualche tempo fa) che lascia spazio alla speranza. Una 14enne ammalata di cancro si è fatta ibernare, dopo aver ottenuto il permesso dai giudici, nella (forse) assurda speranza di essere in seguito resuscitata, e quindi guarita dalla malattia.

Ragazzina si fa ibernare con il permesso del giudice

Non la prima volta che succede. Infatti prima di lei c’è stata la figlia di due medici thailandesi, una bimba di soli due anni, che i genitori hanno fatto ibernare dopo la sua morte per la stessa inesorabile malattia. Come mai, però, si è parlato solo di questo caso? Forse perchè la 14enne è la più giovane ad aver deciso autonomamente: “Io non voglio morire – ha scritto lei stessa durante il corso della battaglia legale che ha schierato la madre e il padre, divorziati, su due fronti opposti – voglio potermi risvegliare un giorno”. 

Il papà, che si era allontanato dalla famiglia da almeno sei anni, era assolutamente contrario; la mamma invece d’accordo: “Ammesso che un giorno sia possibile resuscitare, che vita sarebbe?” Si è chiesto più volte il genitore, terrorizzato all’idea che, semmai si fosse avverato quel desiderio, sua figlia si sarebbe risvegliata in un paese straniero, senza soldi e completamente sola.

Sono dubbi strazianti, tanto è vero che il giudice Peter Jakson ha dichiarato, pronunciando la sentenza dopo aver deciso quale genitore accontentare: “Sono toccato profondamente dall’animo di questa ragazzina, che ha affrontato coraggiosamente la sua triste sorte”.

I dubbi del padre sull’ibernazione

La volontà della giovane, che aveva approfondito il tema della “crioconservazione” in rete, dunque è stata rispettata: “Penso che un giorno, fosse anche tra un secolo, potrei avere la possibilità di essere risvegliata e curata – ha scritto in una lettera indirizzata al giudice – quindi non dovete sotterrarmi. In futuro potrebbe finalmente essere scoperta la cura per il cancro, e io voglio vivere: questo è tutto ciò che desidero”.

Il corpo della giovane, dopo il decesso, grazie alle 37mila sterline raccolte da una associazione benefica, è stato portato in una società privata specializzata, oltreoceano, e quindi criocongelato. Una tecnica sperimentale permessa solo in Russia e negli Stati Uniti, che mantiene il corpo a temperature bassissime in condizioni intatte, per poterlo poi restituirlo alla vita in un contesto di ricerche ipoteticamente più avanzate.

Finora, a quanto pare, ha “risvegliato” solo il cervello di un coniglio. Ma la speranza, come ha dimostrato questa coraggiosa ragazzina, è l’ultima a morire.

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