La vita attraverso il finestrino di un treno

La vita attraverso il finestrino di un treno

Prendere un treno è sempre molto interessante. Viaggiando insieme a degli sconosciuti, ad esempio, puoi essere testimone di litigi furiosi e importanti rivelazioni familiari, fantasticare su chi hai di fronte, oppure dare la tua opinione silenziosa su un argomento discusso un paio di sedili più in là.viaggio in treno

Sul treno tante storie interessanti

Riesci a riconoscere al primo sguardo chi è in viaggio di piacere o di lavoro, chi non sarebbe mai partito, chi sta per riabbracciare una persona e chi non sa che fare. C’è chi si sente come a casa sua e mangia un panino, spargendo briciole ovunque, si toglie le scarpe, guarda un film sul computer o scrive una mail; e chi invece si immerge in un libro, dal quale non stacca lo sguardo fino alla sua meta.

Tutte storie interessanti, divertenti e a volte irritanti, su cui fantasticare. Niente, però, mi diverte come guardare dal finestrino di un treno: ho quasi l’impressione che mi regali tracce di esistenze, frammenti di vita altrui che posso intravedere solo per brevi istanti, mentre corre via veloce.

Mi piace lasciarmi accompagnare dal suo dondolio cullata dal caratteristico rumore, in mezzo ai campi e sopra un fiume, accanto a una fila di case gialle, vicinissimo a un’altra tutta rosa dall’intonaco scrostato, davanti a un cortile dove un piccolo cane nero abbaia a chi passa; intravedo, forse, anche delle galline e un gallo.

Una donna china che raccoglie verdure nell’orto, la signora anziana che stende i panni muovendosi a fatica, l’uomo obeso in canottiera che fuma assorto sulla soglia, il bimbo che rincorre un pallone e poi si perde dietro casa.

Tutti film in sospeso nella mente

E la finestra illuminata: sarà la cucina o la camera da letto? Un furgone rosso abbandonato in mezzo alla campagna; un bagliore, forse un principio d’incendio o delle sterpaglie che un contadino sta bruciando. Sono tutti film che restano in sospeso nella mia mente, dei quali non conoscerò mai la fine.

Al mio arrivo mi riscuoto e mi alzo sempre un pò intontita, tanto mi ero immersa in quegli scenari che sono riuscita a scorgere solo di striscio; e provo sempre un vago senso di rimpianto, per non aver potuto vedere tutto il resto.

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